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"La scrittura rispecchia i luoghi sia descrivendoli sia, in un senso più profondo, riflettendoli in una forma, assorbendoli nel proprio respiro. In questo senso, è il paesaggio stesso a dettare la parola, a tradursi in ritmo, pensiero, a divenire un criterio di stile. "In questi taccuini "di viaggio" il rapporto fra interno ed esterno, tra sguardo e paesaggio, tra luce e anima, si fa anche dialogo con alcuni dei grandi autori dell'Occidente: in Patagonia con Jabès, in Nepal con Kafka ed Eraclito, a New York con T.S. Eliot, in Grecia con Albert Camus. Diari che vagabondano anche nel tempo, e contengono altri viaggi, facendosi racconto, requiem, poesia-dromomania che si confronta inflessibilmente con la morte, cammino che cela tutti i cammini.